Lo sapevi? L’animazione è nata ben prima del cinema. I fratelli Lumière non avevano ancora iniziato a lavorare alle tecniche che avrebbero portato all’invenzione del cinematografo quando, con i giochi di ombre e i teatri ottici, scenografi e artisti visivi incominciavano a cimentarsi nelle tecniche di animazione. Perchè se il cinema è figlio della fotografia, l’animazione discende dall’illustrazione e dal disegno. In questo articolo non abbiamo certo la pretesa di riassumere in poche righe tutto quello che c’è da sapere sull’animazione al cinema (non potremmo mai!), ma solo dedicare un piccolo spazio sul nostro blog all’approfondimento di due o tre cose fondamentali da conoscere per chi vuole cimentarsi con l’animazione. Realizzare un corto animato è uno dei modi migliori per raccontare la tua storia, soprattutto se c’è da esercitare l’invenzione e la fantasia: perché non provarci? Ma andiamo per ordine, iniziamo con il dare una definizione di animazione.
Cos’è l'animazione e chi l’ha inventata
Sotto il termine animazione si riuniscono tutte quelle tecniche e conoscenze necessarie a “far muovere” i disegni: dal classico metodo di fotografare disegni in successione al manipolare pupazzi e modellini per farli apparire come immagini in movimento. Le origini dell’animazione sono antichissime – dei giochi d’ombra si hanno tracce sin dal 200 d.C - tuttavia il "papà dell'animazione" è considerato l’illustratore francese Émile Eugène Jean Louis Courtet, conosciuto come Émile Cohl. È lui il creatore del primo cartone animato del cinema, chiamato Fantasmagorie, che ha debuttato a Parigi il 17 agosto 1908: questo racconto magico e inquietante si ispira alla Fantasmagoria, una forma di teatro diffusa nel XIX secolo, che utilizzava lanterne per proiettare immagini in movimento di scheletri, fantasmi, demoni. Una specie di ombre cinesi dell’orrore. Per ottenere in Fantasmagorie l’effetto di un disegno a gessetto sulla lavagna, Émile Cohl ha disegnato ogni fotogramma (700 disegni) su carta bianca e lo ha girato su pellicola negativa per invertire i colori. Non proprio uno scherzo! Dal 1908 a oggi, l’animazione ha fatto tanta strada e oggi è utilizzata non solo nel cinema, ma anche nella tv, nella pubblicità, nell’architettura. E, anche se la maggior parte delle animazioni sono create tramite l'uso del computer, rimangono esempi di animazione cosiddetta tradizionale. Vediamo le differenze.
Quanti tipi di animazione esistono?
Non ce ne vogliamo i super tecnici e ci scusino gli espertissimi ma, volendo farla semplice, possiamo dire che esistono 4 tipi principali di animazione: animazione 2D, animazione 3D, animazione in stop motion, motion graphic. Vediamoli, di seguito.
Animazione 2D
Nasce dalla cosiddetta “animazione tradizionale” o “animazione a mano”: consiste nel disegnare la scena, fotogramma per fotogramma, inclusi personaggi e sfondi. In passato questi disegni erano fatti su fogli di carta trasparente e fotografati, poi le fotografie venivano utilizzate per creare movimento in uno spazio bidimensionale, animato a 12 fotogrammi al secondo o a 24 fps, a seconda di quanto veloci e fluidi dovevano essere i movimenti. Oggi questa tecnica è stata quasi del tutto soppiantata dall’animazione 2D a base vettoriale, dove i movimenti sono appunto controllati da vettori, che permettono a creazione di essere riutilizzata tutte le volte che l'animatore lo desidera, senza dover ricreare ogni volta sfondi e personaggi. Qualche esempio di animazione 2D vettoriale? Il celebre cartone animato Rick and Morty, su Netflix.
Animazione 3D
Altrimenti nota come CGI o Computer Animation, l'animazione 3D è uno dei tipi più popolari di animazione, usata per lungometraggi, cortometraggi, pubblicità. Il sentire comune crede che in animazione 3D “faccia tutto il computer”, ma non è vero per niente: il processo richiede pazienza e molto molto lavoro. In sostanza, invece di disegnare per diversi fotogrammi, l’animazione 3D consiste nel muovere il personaggio in un programma a tre dimensioni che consente di animare le singole parti del personaggio. Toy Story (1995) è stato il primo film d'animazione creato in 3D.
Stop Motion
L'animazione stop motion ha molti elementi in comune con l'animazione tradizionale, in quanto anch’essa combina una serie di immagini per generare movimenti: ma l'animazione stop motion non utilizza disegni o animazioni, ma fotografie di oggetti reali. Gli artisti scattano foto di ogni oggetto, che muovono in una scena allestita ad hoc; ogni foto è una mossa del personaggio, un fotogramma da usare per l’animazione. Alla fine, mostrati in sequenza uno dopo l'altro, gli oggetti sembrano muoversi da soli. In stop motion sono stati creati veri capolavori del cinema, come The Nightmare Before Christmas e Coraline, ma anche tecniche di grande successo in tv e in pubblicità come il marionette stop motion, il lego/action figure stop motion, il pixelation che usa persone e ambienti reali.
Motion Graphic
Infine, la motion graphic: con questo termine si indica la grafica in movimento, una progettazione costituita da una combinazione di testi, immagini e simboli a cui si applicano tecniche di animazione. Probabilmente dappertutto! Può essere 2D e 3D e viene usata principalmente per animare testi e video clip. Dove hai già visto la motion graphic? Questo tipo di animazione è particolarmente popolare nel mondo della comunicazione per gli spot, ma anche le sequenze di titoli e didascalie nei video, nelle sigle degli eventi sportivi e di intrattenimento.
Da dove iniziare per girare un corto di animazione
Ora che conosci i principali tipi di animazione, forse vorrai iniziare ad applicarli realizzando un corto animato. Come funziona la realizzazione di un corto animato? Fino alla fase di preproduzione non poi così diversamente da un cortometraggio di altro genere. Si inizia sempre con lo scrivere il soggetto, ma prestando attenzione alla coerenza tra la storia e lo stile grafico. Al momento di redigere la sceneggiatura, viene riportato il dettaglio di quello che si andrà a rappresentare, le scene e i dialoghi. È in questa fase che viene anche ideato il design dei personaggi e determinato lo stile ambientazioni. Per chi ricorre alla computer grafica con programmi 3D, è questo il momento di creare anche il cosiddetto rig dei personaggi - ossia l’ossatura dell’oggetto 3D - che consente di gestirne i movimenti; esistono anche casi, però, in cui conviene fare il rig dopo lo storyboard, per avere un'idea più chiara delle azioni che devono compiere i personaggi. Chi lavora in 2D e con la tecnica più tradizionale, non farà il rig ma in questa fase disegnerà fotogramma per fotogramma i disegni da animare. Creati i personaggi e realizzati in varie pose, si passa alle ambientazioni e allo stile grafico.
Il passo successivo è realizzare lo storyboard, ossia la serie di vignette che rappresentano le inquadrature che si realizzeranno per le azioni delle scene; o l’animatic, lo storyboard animato che rappresenta meglio i tempi delle azioni e con aggiunta di suoni. Da qui si entra nella fase di produzione, in cui si creano asset, sfondi e tutti i disegni che serviranno a comporre le scene. Qui si inizia ad animare, esportare e renderizzare per poi passare successivamente al montaggio e al compositing: l’operazione che permette di assemblare le animazioni e gli effetti speciali (vfx) nella scena. In seguito si registrano i suoni e, in montaggio, vengono editate clip audio e video. La postproduzione termina con l'eventuale color grading o con altri ritocchi, fino all'export finale.
DISCLAIMER
Piano9 è un'associazione di promozione sociale che opera nel settore della promozione audiovisiva, rivolgendo i propri servizi ai propri soci/tesserati. Le entrate, che consentono il sostentamento dell’associazione ed il corretto svolgimento delle proprie attività, sono costituite in buona parte dalle quote di tesseramento dei soci.